Le startup per la fase 2 del turismo (e anche per chi lavorerà in smart working in vacanza)

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HACK FOR TRAVEL INDUSTRY

Tre progetti innovativi per trascorrere le ferie, o un periodo di remote working fuori casa, a prova di coronavirus

di Gianni Rusconi

Movan
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3′ di lettura

Si è chiusa con numeri eccezionali il primo “Hack For Travel Industry”, evento in streaming su Facebook voluto e progettato da The Data Appeal Company (la new company di cui fa parte Travel Appeal), Destination Maker e Onde Alte e sostenuto da Mibact, Enit e Alpitour World per trovare soluzioni innovative a supporto dell’industria dei viaggi nel post emergenza Covid 19. L’obiettivo era ambizioso (il target dei mille partecipanti è stato ampiamente superato) e puntava a mettere a fattor comune nuove idee in tre ambiti: ricettività e tour operator, destinazioni turistiche, musei e cultura. Dei 90 progetti candidati e sviluppati (in team nati per l’occasione) da startupper, studenti e addetti ai lavori, cinque si sono spartiti il montepremi di quasi 25mila euro. Ecco i tre che abbiamo analizzato.

La sicurezza delle strutture assicurata dalla blockchain
Il premio speciale dedicato alla sezione turismo è andato a HappyandSafe, soluzione che ha puntato alla risoluzione di uno specifico problema, e cioè quello della sanificazione degli ambienti, un nuovo “must” per tutti gli operatori dell’hospitality. Per ovviare alle scontate richieste di rassicurazione da parte dei clienti, soprattutto per le strutture piccole e quelle proposte da singoli host, ecco un’applicazione in grado di rilevare la corretta igienizzazione degli spazi sfruttando un protocollo registrato all’interno di uno “smart contract” dinamico e che si adeguerà all’evoluzione delle direttive riguardanti il settore. Grazie alla tecnologia blockchain e a un apposito dispositivo, gli utenti potranno eseguire in maniera del tutto indipendente test di verifica mirati per assegnare un punteggio ai luoghi ricettivi, e in caso positivo produrre un’attestazione di avvenuta sanificazione per guidare i viaggiatori a scegliere una determinata struttura piuttosto che un’altra.

Pacchetti esperienziali per chi è in smart working
È andato a Work Your Way, invece, il premio speciale “destinazione Italia”. Il progetto, realizzato dalla startup up2you, si è focalizzato sul rischio della possibile mancanza di ferie per molti lavoratori italiani bloccati a casa dal lockdown, con immaginabili ripercussioni sul settore turistico proprio per il ridotto numero di giorni di vacanza disponibili. Da qui l’idea di una piattaforma digitale attraverso la quale poter acquistare pacchetti viaggio disegnati sulle loro preferenze e pensati per poter trascorrere lunghi periodi di remote working (da 1 a 12 mesi) in località turistiche italiane secondarie e in periodi tradizionalmente considerati di bassa stagione. In altre parole, chi sarà costretto allo smart working potrà scegliere fra mete dove continuare la propria attività lavorativa, senza consumare i giorni di ferie rimasti, in un’ottica “slow tourism” e quindi di esperienze selezionate su misura per il tempo libero. Le aziende più virtuose potranno co-finanziare questi pacchetti, con la possibilità di includere anche eventi di team building, networking, sessioni di yoga, mindfulness e altri servizi ancora.



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